…qualcosa è cambiato

…qualcosa è cambiato

Eh… già già già (…yep, yep, yep – in inglese).

Ve lo ricordate Arnold di Happy Days (al secolo Al Molinaro)?
Si esprimeva con questo terzetto di ‘già’ per evidenziare, piuttosto sarcastico, la sua rassegnazione alla vita e a tutti i suoi imperscrutabili percorsi.

Ci pensavo poco fa, ricordando l’anno scorso, quando, proprio in queste settimane, stavo ultimando il mio programma di viaggio – ennesimo viaggio – negli States.
A cosa pensavo? Pensavo a quanto è cambiata la vita di noi tutti, soprattutto di noi viaggiatori.

Bloccati, fermi, sospesi e incerti sul quando e dove potremmo di nuovo riprendere il nostro peregrinare per il mondo.

Ma invece che il condizionale, voglio usare il futuro: potremo di nuovo viaggiare nel mondo.

‘Quando’ ancora non lo sappiamo, attendiamo fiduciosi che ci diano il via.

‘Dove’ però lo possiamo programmare.
Io penso al Giappone, sarà il mio prossimo viaggio importante. Per ora lo sogno e ne studio gli itinerari, così da farmi trovare pronta, con la valigia, l’immancabile mascherina e un biglietto del treno Shinkansen.

Qualcosa è cambiato, vero e ineluttabile, ma qualcosa cambierà ancora, in meglio, ne sono certa, e torneremo a vagabondare per il nostro bel pianeta, più consapevoli e più sereni.

Buon viaggio a tutti!

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Innamorarsi di…

Innamorarsi di…

Oggi è il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati, celebrata da qualche innamorato ed elusa da…, da tutti gli altri. Ma oggi, che di amore si parla, si discute, si tratta io vi voglio raccontare una storia d’amore, non tra due persone, non tra amici, non familiare e nemmeno tra un animale e il suo padrone.

Stamattina quando mi sono svegliata dopo un lungo sonno ristoratore ho avvertito un profondo senso di gratitudine; inizialmente non capivo da cosa era stato generato, non riuscivo a scorgere il motivo di tanto desiderio di essere grata, poi ho finalmente realizzato, forse.

Mentre facevo colazione e poi iniziavo a disfare le valigie del mio breve viaggio, ecco proprio in quel momento ho pensato di aver capito tutto! Ero grata perché ero riuscita a viaggiare di nuovo, ad uscire dalla routine quotidiana, a conoscere persone e culture, a divertirmi, ballare e cantare in mondi diversi. Fondamentalmente però sono sempre felice di partire, felice mentre sono in viaggio, e invece stamattina per la prima volta ero grata di essere a casa? No, non poteva essere, doveva esserci dell’altro, ed ero ancora troppo stanca per capirlo.

I miei pensieri hanno vagato ancora alla ricerca di un perché, per qualche ora, fino all’istante in cui le immagini che affioravano nella mia mente, le persone conosciute, e le terre visitate mi hanno aiutato a capire. Sono grata perché sono innamorata! E quindi sono felice, appagata e non riesco a smettere di sorridere.

La Frenki innamorata? di chi? Non propriamente, non è un ‘chi’, non è nemmeno un ‘cosa’, è una sensazione, è una meravigliosa sensazione, è un sentimento, è un legame. Vediamo, cerco di spiegarmi meglio: nasce da un legame profondo con le mie origini.

Sono innamorata delle mie origini? Si potrebbe anche spiegare così certo, in realtà è più una constatazione indotta.

Come dicevo, lo scorso fine settimana sono stata in vacanza, in una terra bellissima, la Sardegna. Sono stata ospite di una cara amica, veronese come me, che ha scelto di vivere in un piccolo paese sulla Costa del Sinis, Càbras per la precisione, in provincia di una altrettanto piccola cittadina, Oristano. Ma non v’inganni l’aggettivo ‘piccolo’, qui inteso solo in senso geografico e numerico, perché le persone, le storie, le vite, le tradizioni sono immense, in quasi* tutti i sensi. Qui però non racconterò di Sardegna, vi rimando al prossimo post per le informazioni turistiche. Questo articolo parla di amore, ricordate?

L’amore che i sardi hanno per il proprio territorio, per le proprie origini, per le tradizioni, per i legami con qualsiasi elemento purché appartenente alla loro terra di nascita. E come lo manifestano: senza remore, senza paura, senza vergogna, anzi lo portano in alto come un trofeo. Tutti, ma proprio tutti, esaltano questo amore, che viene prima di tutto, sopra a tutto. Non è retorica la mia nemmeno smarcata adulazione, è un’onesta constatazione e per questo sono un po’ gelosa della capacità che loro hanno, e noi no, di esprimere il loro amore. E’ certo che anche noi, noi del nord, noi di Verona, amiamo la nostra terra e le nostre origini, non riusciamo a trasmetterlo però. Non lo esprimiamo, quasi mai, presi come siamo dal voler risultare moderni, anticonvenzionali, superiori forse. E così ci perdiamo, quasi sempre, quella bellissima sensazione di amore e di gratitudine per la terra che ci ha cresciuto. Ne parliamo poco e spesso in modo poco positivo, scoviamo i difetti più che esaltarne i pregi. Questo lo fanno un po’ tutti gli italiani, vero, ma non tutti gli italiani tralasciano e abbandonano le tradizioni, la cultura del popolo, le origini, i sardi non lo fanno.

Chiedete ad un Oristanese di spiegarvi la Sartiglia e immediatamente gli si illumineranno gli occhi dilungandosi in particolari e dettagli. Chiedete poi ad un Veronese di San Zeno e forse vi saprà dire dove si trova il quartiere, senza alcun accenno al fatto che il patrono dell’antica città romanica era un vescovo nero. C’è differenza, sapete? La nostra origine è importante! Solo conoscendola e non dimenticandola, anzi perpetrando le tradizioni, possiamo progredire e capire.

Così ieri sera, mentre guidavo per tornare a casa dall’aeroporto, ho attraversato il centro di Verona e mi sono guardata intorno e mi sono sentita felice, e innamorata della mia città, innamorata delle mie origini, contenta di tornare come sono sempre (per poi tra un po’ ripartire, certo) ma questa volta anche contenta di dirlo, di raccontarlo, orgogliosa di quello che sono anche grazie alla mia terra.

Grazie amici sardi, e amici che completamente sardi non siete ma tali vi sentite**, per avermi aiutato a capire.

La Frenki

* il ‘quasi’ sta per gli amici sardi, che magari proprio alti di statura non sono, è solo una battuta, spero vi faccia sorridere, perché in fondo si sa che il vino buono sta nelle botti piccole.

** Elena, Jacopo, Annica, Daniele, Antonio, Alberto, Enrico, e tutti gli altri: vi dedicherò il prossimo post, parlando approfonditamente di voi. Per ora vi dico: GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

10 Consigli Utili per Viaggiare da Sola

10 Consigli Utili per Viaggiare da Sola
Suggerimenti per dissipare l'ansia e aiutare le donne a viaggiare con più sicurezza e in modo intelligente.

Sono cresciuta in una famiglia a maggioranza femminile, mia mamma, mia sorella, la mia gatta ed io, l’unico rappresentante dell’altro sesso è sempre stato solo mio padre.

Non mi soffermo su quali siano i vantaggi e gli svantaggi di questa situazione, soltanto sottolineo che mio padre ha sempre cercato di insegnare a noi due figlie come cavarcela, trattandoci non come ‘donne indifese’, ma come esseri umani che affrontano la vita con i mezzi messi a loro disposizione. Da qui credo derivi la mia innata, e a volte esasperante, indipendenza e autonomia: non chiedetemi chi cambia le lampadine a casa mia o chi sostituisce una ruota in caso di foratura, perché avete già capito, vero?

Anche nei viaggi amo essere indipendente, certo mi piace moltissimo viaggiare in compagnia di amici, di familiari, e condividere con loro l’esperienza lontano da casa, ma di tanto in tanto, punto il mio dito sulla cartina geografica e decido di partire da sola per una nuova meta.

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E’ una sfida, è un’esperienza liberatoria, soprattutto per una donna, credetemi. Vado dove voglio andare, secondo il mio calendario, vivo momenti di beata solitudine, senza l’ansia di dover attendere qualcuno, rispettare un orario, e con la libertà di cambiare idea, anche ogni giorno, ogni ora, ogni istante. Seguire il proprio itinerario, ma poterlo anche cambiare, stravolgere, perdersi, inciampare in un imprevisto, un evento fortuito, che, quasi sempre, si rivela un’esperienza unica, da ricordare. Tutto questo non accade se non si viaggia da soli.

Però lo sappiamo, spesso ci viene insegnato che per una donna viaggiare da sola può essere pericoloso, una ragazza può cadere preda di ogni sorta di truffe, attenzioni indesiderate e rischi inutili se non viaggia con un uomo. Eppure i benefici per chi viaggia da sola sono incommensurabili: le donne sono viste come più accessibili degli uomini quando viaggiano e innumerevoli persone mi hanno aiutato quando sono inciampata nella lingua oppure quando ho perso la strada. Sono stata invitata a feste nei loft newyorchesi, ho dormito con altre donne in casette greche sulla spiaggia, ho girato Dublino in compagnia di una ragazza australiana, che mi ha poi invitato ad andarla a trovare a Melbourne, ho preparato rami di betulla da usare nelle saune finlandesi insieme a dei lapponi. Ma, soprattutto, ho conosciuto persone che sono tuttora i miei più cari amici sparsi nel mondo. Ho viaggiato da sola come donna nei cinque continenti, e per me, l’esperienza è sempre stata più autentica ed emozionante, che pericolosa.

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Quindi il mio primo consiglio è: almeno una volta nella vita, viaggiate da sole! E se siete donne, come me, allora forse vi saranno utili questi suggerimenti, che ho raccolto in anni di viaggi:

1. FAI ATTENZIONE
Questo non significa diventare paranoica. Significa solo, quando esci dal tuo hotel la prima volta, registra punti di riferimento e ricorda i nomi delle strade. Osserva ciò che ti circonda, ma non dimenticare di notare le persone intorno a te. Se continui a vedere lo stesso ragazzo che si presenta vicino al tuo hotel o alla fermata del tuo bus, prendi mentalmente nota. Se un ragazzo si mette in testa che vuole seguirti o molestarti, ignoralo o fermalo e chiedigli educatamente di lasciarti in pace. Sii sempre un passo avanti!

2. FIDATI DEL TUO ISTINTO FEMMINILE
Partire per una vacanza non significa far andare in vacanza anche il tuo istinto. Forse non conosci la lingua o le abitudini di quella nazione, ma una donna ha una grande consapevolezza e capisce se qualcuno si sta comportando sopra le righe. Se una persona ti mette a disagio, o la situazione passa improvvisamente da amichevole ad aggressiva, accendi la lampadina e lascia, rinuncia, vattene, scappa… come te lo devo dire?

3. UNA GUIDA PUO’ ESSERE MEGLIO DI UN FIDANZATO
Adoro le guide, ne ho centinaia sia cartacee sia sotto forma di applicazioni scaricabili sullo smartphone per pochi centesimi, e non perché le guardo ogni dieci minuti. Spesso dispongono di ottime mappe che possono orientarti, darti una scelta su tutte le gamme di alloggi e sono un ottimo riferimento quando quel ristorante non esiste più o il quartiere dello shopping non è dove pensavi che fosse. I fidanzati mi fanno perdere più spesso delle guide. E una buona guida, con delle belle foto, ti può fare compagnia in una serata di vacanza quando non ti va di uscire.

4. FREQUENTA LUOGHI AFFOLLATI
Mi rendo conto, questo è un luogo comune, ma del resto, ti ricordi che tuo padre ti abbia mai raccomandato di camminare per i vicoli bui? Pensa a cose che non faresti nel tuo paese, come camminare per strade isolate o fare escursioni senza dire a qualcuno dove stai andando. Trovare luoghi dove passa molta gente può effettivamente rendere una donna meno un bersaglio e aiutarla a integrarsi maggiormente con l’ambiente circostante.

5. PRENDI RISCHI CALCOLATI
Viaggiare significa rischio, dopo tutto. Saltare su un autobus verso una destinazione sconosciuta, parlare con estranei in un bar, uscire dall’itinerario. Come donna, puoi minimizzare i problemi con una pianificazione di base. Cerca di evitare di arrivare in luoghi di notte, di avere abbastanza soldi con te per fare il check-in in un hotel senza andare ad un bancomat quando arrivi in un posto nuovo, e di non andare via con i tuoi nuovi amici se non hai idea di come tornare a casa (senza di loro).

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6. PRENOTA L’HOTEL PER LA PRIMA NOTTE
Se ti presenti in un paese per la prima volta, è consigliabile prenotare una camera in anticipo. Ti fa risparmiare tempo, evitando di viaggiare senza meta in un taxi dopo ore di volo e magari di notte. Dopo la prima notte, puoi sempre trovare un altro hotel che ti piace di più.

7. VESTITI SECONDO LA CULTURA 
Certo, le donne occidentali a volte pensano che una donna dovrebbe essere libera di vestirsi come vuole. Tuttavia, la maggior parte dei paesi al dì fuori dell’emisfero occidentale non ha ricevuto il messaggio. Comprendere la cultura e il codice di abbigliamento di un paese salverà una donna dall’attenzione indesiderata, ma le permetterà anche di interagire più comodamente con la popolazione locale.

8. DIVERTITI, MA ATTENTA AI TUOI DRINK
La vita notturna è uno dei grandi vantaggi del viaggio. Se viaggi da sola, divertiti, ma ricorda che essere alticcia nella tua città è molto diverso dall’essere brilla in un bar in Africa. Innanzitutto, la tua soglia d’attenzione si abbassa e tutti i potenziali pericoli passano inosservati. In secondo luogo, tornare a casa può essere rischioso, specialmente nei taxi stranieri su strade sconosciute.

9. LASCIA GLI OGGETTI DI VALORE IN HOTEL
Forse il consiglio più corretto sarebbe quello di lasciare a casa gli oggetti di valore, dai andiamo a che ti serve l’orologio d’oro quando sei in vacanza? Ma, se proprio non puoi farne a meno, porta con te sempre e solo una fotocopia del passaporto, e lascia in hotel tutti gli oggetti di valore. Per hotel, intendo preferibilmente nella cassaforte di servizio o nella valigia chiusa con il lucchetto che porterai con te.

10. FAI AMICIZIA CON ALTRI VIAGGIATORI
Viaggiare da sola può essere favoloso, ma nella remota possibilità di andare da qualche parte lontani e desiderare una compagnia, far sapere dove sei agli altri viaggiatori e sapere dove sono loro è un grande vantaggio. I viaggiatori spesso si guardano le spalle e, a volte, questa è la migliore assicurazione di tutti.

Ti sono piaciuti questi suggerimenti? Pensi che potranno esserti utili? Magari ora stai già progettando il tuo primo, o prossimo viaggio da sola. Lasciami un commento qui sotto e seguimi su questo blog.

A presto per altri consigli di viaggio!

La Frenki

credits/le foto caricate sono mie originali: isola di Creta, Grand Canyon USA, in bici in India, con la figlia di un’amica e una renna in Lapponia